Scalzo AntonioDa cittadino, prim’ancora che da consigliere regionale, mi sento mortificato dalla piega che sta assumendo la vicenda relativa ai lavoratori di Calabria.itLicenziare non può essere, e non dovrà essere, la soluzione ad un problema che la Regione –in tempi non sospetti e a seguito di legittime proteste- si era  impegnata a risolvere in altro modo.Il licenziamento

in tronco  di ben  130 madri e padri di famiglia è infatti  una scappatoia avvilente e intollerabile per un contesto civile.Ma è anche un’offesa alla politica e alle istituzioni in un momento nel quale s’avverte da piu’ parti la necessità di fare fronte comune per scongiurare la detonazione di ulteriori “bombe sociali”. La vicenda di Calabria.it non può essere liquidata dalle parti politiche piu’ responsabili e diligenti con una mera attestazione di solidarietà corale o, peggio, con  vane rassicurazioni . Il consiglio regionale insieme alle competenti commissioni per materia  ha il dovere di elaborare immediatamente un piano che- dati e strumenti legislativi alla mano- possa fronteggiare con spirito di concretezza il disagio nel quale sono precipitati i lavoratori della società in questione. La massima assise calabrese è chiamata a indirizzare con forza l’esecutivo sulla strada di una soluzione efficace. Una soluzione che può essere rinvenuta all’interno della mission stessa  di Calabria.It, il cui contributo all’innovazione nonché all’avanzamento tecnologico del settore imprenditoriale calabrese non può essere cestinato per un mero  calcolo contabilistico o per il capriccio di qualcuno. Né tantomeno lo spirito di responsabilità della  politica , che deve accomunare le migliori energie , al di là degli steccati tra maggioranza e opposizione, può delegare  ad un management  regionale, qualunque esso sia, il potere di vita  e di morte sui rapporti contrattuali di centinaia di lavoratori.

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