BRUXELLES – Sessanta dei 120 miliardi che ogni anno la corruzione sottrae all’economia comunitaria provengono dall’Italia. Il dato emerge dal rapporto della Commissione Ue sulla lotta alla corruzione. L’Europa ci va giù pesante e mette sotto accusa le macro storture del nostro Paese. A preoccupare Bruxelles, sono innanzitutto «i legami tra politici, criminalità organizzata e imprese», «lo scarso livello di integrità dei titolari di cariche elettive e di governo», nonché l’elevato numero di indagini per casi di corruzione. Nel testo si rileva che sono gli stessi gruppi politici ad attrarre le mafie. L’Europa suggerisce di rafforzare la legge anti-corruzione, che «così com’è lascia varie questioni irrisolte», come prescrizione, auto-riciclaggio, falso in bilancio e voto di scambio. Una stangata arriva anche sulle “leggi ad personam”, dal legittimo impedimento alla depenalizzazione del falso in bilancio, dal Lodo Alfano alla ex Cirielli. Il report segnala, inoltre, che solo sulle grandi opere la corruzione in Italia è pari al 40% del valore dell’appalto e definisce ad alto rischio opere come la ricostruzione post-sisma a l’Aquila, l’Expo di Milano 2015 o la Tav. Giornata nefasta, ieri, anche per la pubblica amministrazione italiana, messa alle strette dal vice-presidente dell’Esecutivo Ue, Antonio Tajani, per i ritardi sui pagamenti dei debiti verso le imprese. L’Ue ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia, il peggiore pagatore d’Europa, secondo i rapporti di Confartigianato, Ance e Assobiomedica. Lo Stato ha cinque settimane per rispondere, prima dell’invio della lettera di messa in mora, ed evitare un’eventuale sanzione pari a tre-quattro miliardi di euro.
Fonte: www.leggo.it