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L’Intelligence è il cuore dello Stato. È quanto emerso nel corso dei lavori di inaugurazione della sesta edizione del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, il primo e più consolidato percorso di studi nel settore avviato negli atenei italiani. È stato il Rettore Gino Mirocle Crisci a portare, nell’aula magna “Beniamino Andreatta” dell’ateneo di Arcavacata, il saluto inaugurale agli studenti e agli ospiti, definendo il master sull’intelligence “un fiore all’occhiello” per la qualità dei relatori e dei temi trattati, auspicando possibili sviluppi in questo settore, anche sulla scia del recentissimo protocollo d’intesa tra il Comitato dei Rettori delle Università Italiane e il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza della Repubblica. E’ quindi intervenuto il Presidente del Corso di laurea in Scienze dell’Educazione e Scienze Pedagogiche,  Angela Costabile, che ha evidenziato l’importanza dei progetti formativi dei Master proposti dal Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione dell’ateneo calabrese. Dopo gli interventi del Presidente del Laboratorio calabrese del Mediterraneo Islamico Alberto Ventura (“L’aumento delle informazioni richiede l’applicazione di saperi diversi ma ogni disciplina ha metodi e paradigmi diversi. È compito dell’Intelligence coordinare queste competenze”)  e del senatore accademico Roberto Guarasci (“I master dimostrano la vitalità dell’ateneo, promuovendo approfondimenti maggiormente collegati con il mondo del lavoro”) , c’è stata la relazione del Direttore del Master Mario Caligiuri, che nel 2007, con il sostegno del Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, ha avviato per la prima volta in Italia un percorso di studi sull’Intelligence. Caligiuri ha detto che “l’Intelligence è un metodo di trattazione delle informazioni fondamentale per cittadini, imprese e Stati”, aggiungendo che “nella società della post-verità, dove si confondono fatti e opinioni, informazione e propaganda, l’Intelligence è uno strumento decisivo per comprendere la realtà”. Il Direttore del Master ha illustrato il percorso culturale che è partito nel 1999 per approfondire questa innovativa disciplina e il progetto formativo di questa nuova edizione, che avrà come ogni anno docenti di grande prestigio. Dopo l’intervento del Procuratore della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo che ha evidenziato come sia diventato “prioritario l’impegno culturale per contrastare l’economia criminale”, c’è stata la lectio magistralis del Sottosegretario alle informazioni per la sicurezza della Repubblica Marco Minniti che ha trattato il tema “Intelligence cuore dello Stato. Le informazioni per la sicurezza delle Repubblica”. Minniti ha iniziato ricordando la figura di Francesco Cossiga, determinante nella diffusione della cultura dell’Intelligence nel nostro Paese. Ha poi proseguito evidenziando il rapporto organico creato con gli atenei nazionali dove finora si sono svolti finora circa trenta incontri e le cento assunzioni che si sono effettuate direttamente nelle università, dando vita a quella che ha definito una “rottura epistemologica”, cioè un’inversione di tendenza decisiva. Ha quindi evidenziato che sta probabilmente cadendo quel muro di straordinaria diffidenza che identificava sistematicamente nei servizi segreti tutte le vicende che non avevano una spiegazione. La minaccia del terrorismo, per Minniti, è diventata imprevedibile ed è appunto compito dell’Intelligence “prevedere l’imprevedibile”. Appunto per questo occorre una “grande alleanza” tra l’Intelligence istituzionale e i sentimenti del popolo italiano: “La partita si gioca su questo”. Il Sottosegretario ha quindi concluso sostenendo che l’Intelligence è il cuore della sicurezza nazionale, rappresentando uno strumento collocato ai confini della democrazia, che sono quelli più permeabili.  Ci sono state poi le relazioni del docente di Storia delle Dottrine Politiche Spartaco Pupo che ha illustrato il tema della ragione di Stato da Machiavelli a Kissinger e del docente di Pedagogia della R-Esistenza Giancarlo Costabile che ha sviluppato il tema della pedagogia come strumento decisivo della liberazione degli uomini, ribadendo l’importanza dell’approfondimento degli studi sull’Intelligence. Ha concluso la mattinata la testimonianza del responsabile della sicurezza dell’ENI e docente del Master Alfio Rapisarda, che ha definito l’Intelligence una “identità nascosta”, evidenziando che che quando si parla di conoscenza non esiste competizione ma condivisione e che nella società contemporanea “l’intesa tra grandi aziende e Stato è la chiave del successo per il futuro”. Ha poi ricordato che l’energia porta cultura, sviluppo, benessere ma anche complesse dinamiche geopolitiche che richiedono una profonda conoscenza dei contesti in cui si opera. Infatti, occorre evitare di subire “l’effetto domino” che si verifica nelle società globalizzate ma sapere prima per prevedere e per provvedere, poiché oltre alle conoscenze ad essere decisivi sono i comportamenti. Nei lavori pomeridiani il Direttore Caligiuri ha illustrato il percorso di studi, i docenti, i programmi, i laboratori, le attività di stage e la tesi finale prevista per dicembre 2017. È quindi intervenuto il Presidente della John Dewey European Foundation, Giuseppe Spadafora, che ha invitato di fare del Master un elemento innovativo per la democrazia, argomentando che lo Stato può essere difeso attraverso il potere occulto che però dovrebbe essere in qualche modo riconoscibile e controllabile. Enzo Cotroneo, esperto di Diritto Islamico e docente del Master, ha evidenziato come negli scenari operativi la funzione dell’Intelligence diventa decisiva per determinare gli esiti dei conflitti e delle dinamiche sociali. La prossima lezione è prevista per sabato 3 dicembre 2016 nell’aula “Caldora” dell’ateneo calabrese dove in mattinata il Direttore del Master Mario Caligiuri tratterà la “Prima lezione di Intelligence” e nel pomeriggio Francesco Bruno svolgerà il tema “Intelligence e criminologia”.

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