“La nostra Costituzione, con il principio della sussidiarietà – scrive, in una nota, Emilio Mastroianni Smart Mediterranean Laboratory – prevede che le diverse istituzioni devono tendere a favorire le condizioni che consentano alle persone e alle imprese di agire liberamente senza sostituirsi ad esse nello svolgimento delle loro attività. Non solo, essa sancisce che le istituzioni più prossime, purché “adeguate”, al cittadini ed alle imprese vadano salvaguardate. Perciò i Comuni piccoli e medi svolgono una funzione insostituibile che è quella di assicurare servizi di prossimità. La scommessa dei Comuni è anche quella di non limitarsi a proporre associazioni nei servizi, che costituiscono certamente un aspetto importante di efficientamento.
Le aggregazioni devono avere una finalità più alta: essere parte attiva e garante di uno sviluppo smart, green e inclusivo, secondo quanto previsto dalla strategia Europa 2020 e dai principi dei territori “Intelligenti”/SMART LAND. Nel documento del 27 dicembre 2012 “Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020”, il Ministro per la coesione territoriale Barca attribuiva potenzialità “smart”, con i conseguenti vantaggi in termini di sviluppo sostenibile, quasi esclusivamente alle Città Metropolitane. Prospettiva questa che per oggettive differenze di scala (ridotta concentrazione di abitanti e di imprese) non pare applicabile alla nostra regione nei termini delle azioni previste dal “tradizionale” paradigma della “smart city”. Tuttavia la prospettiva “smart” può essere comunque un fattore strategico di sostenibilità per i territori della regione Calabria. Dobbiamo ridare competitività ai nostri territori partendo da elementi di positività che pure permangono. Vi è nella nostra regione una concentrazione di centri di ricerca e di conoscenza universitaria, i cui benefici effetti non si sono ancora trasferiti, se non in parte, ai territori. Abbiamo 3 Parchi tecnologici, 6 distretti di alta tecnologia, 7 laboratori pubblico-Privati, 7 Poli di Innovazione che debbono essere messi in rete e utilizzati pienamente per produrre innovazione e sviluppo dei territori. Manca però una strategia complessiva, un disegno unitario che consenta al pubblico ed al privato di realizzare partenariato produttivo e strategico”.“Alcuni comuni hanno intrapreso singolarmente politiche smart riguardanti l’energia, il digitale, la cittadinanza attiva, la mobilità sostenibile, ecc., con risultati più che soddisfacenti, seppure fortemente limitati dal fatto che non interessano reti sovracomunali. Ci sono perciò le premesse per costruire smart City che si estendano fino a diventare SMART LAND. Uno smart land è un ambito territoriale nel quale attraverso politiche diffuse e condivise si aumentano la competitività e l’attrattività del territorio, con una attenzione particolare alla coesione sociale, alla diffusione della conoscenza, alla crescita creativa, all’accessibilità e alla libertà di movimento, alla fruibilità dell’ambiente (naturale, storico-architettonico, urbano e diffuso) e alla qualità del paesaggio e della vita dei cittadini. Naturalmente questi obiettivi sottendono azioni amministrative precise e in gran parte già codificate. Certamente vi sono questioni di governance ancora da definire. Ma gli smart land possono costituire per la nostra realtà territoriale un obiettivo realistico. A patto però che la Regione condivida con i Comuni un percorso chiaro seppure graduale per raggiungere lo scopo .Ed anche se la Regione non dovesse condividere o si attarderà ancora nell’attivazione delle politiche di sviluppo , leggi Fondi Comunitari, i Comuni, potranno aggregarsi liberamente ed autonomamente e dotarsi di strategie e di strumenti di sviluppo per come previsto dalle norme comunitarie. Ci voglio idee, progetti, competenze e il coraggio di volare alto, oltre la rassegnazione”. “Le elezioni del 31 maggio a Lamezia terza città della Calabria – prosegue Emilio Mastroianni – possono essere un test importante per verificare se, almeno nei programmi dei candidati a Sindaco, ci sarà traccia di qualche idea e del coraggio necessario. La nostra idea per Lamezia Terme è quella di avviare un processo di città intelligente su un territorio più ampio dei confini comunali coinvolgendo tutti i comuni del comprensorio in uno Smart Land del Lametino e diventando capofila di una percorso innovativo che superi finalmente le tante, vecchie e mai sopite, dispute sul pennacchio della Provincia e su chi comanderà nella area vasta. Dedichiamoci a costruire territori intelligenti, innovativi, produttivi e competitivi capaci di confrontarsi e di realizzare sinergie con gli altri territori intelligenti della regione e tutti insieme poter competere con altre regioni e territori anche internazionali. Se parliamo infatti di sviluppo sostenibile dobbiamo anche essere in grado di immaginarlo, di programmarlo, di pianificarlo in quei Territori in cui si applichino i principi smart della collaborazione in rete fra pubblica amministrazione, imprese e cittadini, con il supporto delle tecnologie digitali, green e inclusive. Le funzioni di pianificazione strutturale devono essere gestite a livello di aggregazione di Comuni, concentrando lo sviluppo delle attività produttive, evitando di impegnare aree industriali in ogni perimetro municipale. Anche le politiche energetiche devono essere declinate in aree d’ambito per ottenere risultati significativi. La progettualità degli SMART LAND può avere un ruolo cruciale come facilitatore di tali processi e ispiratore di metodi di lavoro innovativi.Questo manifesto è dedicato a politici, amministratori, stakeholders, categorie professionali, movimenti, associazioni e cittadini per promuovere una nuova politica di sviluppo basata sulla qualità della vita non solo nella città ma anche nel territorio diffuso.Che cosa serve per realizzare una Smart City. La smart city è la città del futuro, dove con meno risorse si producono più servizi per i cittadini e per le imprese, utilizzando le tecnologie più avanzate e sistemi di gestione intelligenti per ridurre gli sprechi e gli impatti negativi, siano essi ambientali, economici, sociali. In una smart city c’è meno inquinamento,si producono meno rifiuti e quelli prodotti sono riutilizzati per ridurre l’uso di materie prime, si consuma meno energia producendola con fonti rinnovabili, si riduce il traffico aumentando il trasporto pubblico e quello alternativo, si riduce l’uso di mezzi privati incrementando e facilitando la condivisione dei mezzi di trasporto;, si riduce l’esclusione sociale mediante politiche d’inclusione attive e attente alle diverse forme di bisogni, si abbassano le disparità di accesso ai servizi e all’uso della città stessa, si riducono le barriere architettoniche, quelle fisiche e quelle culturali. La smart city è una città che usa l’intelligenza delle nuove tecnologie per costruire un ambiente urbano più sostenibile, il cui risultato è un sistema di relazioni inclusivo che attrae, accoglie, accudisce e che accompagna i cittadini a realizzarsi. La smart city è una città organica, un sistema di sistemi, che nello spazio urbano affronta la sfida della globalizzazione in termini di aumento della competitività, dell’attrattività, dell’inclusività puntando su 6 assi – economia,mobilità, ambiente,persone, qualità della vita e governance e che attraverso azioni specifiche diventa una città più tecnologica, più interconnessa, più pulita, più attrattiva, più sicura, più accogliente, più efficiente, più aperta e creativa In sostanza, la prima azione che una città dovrebbe intraprendere per diventare una smart city consiste nell’implementazione di una rete, in grado di veicolare i servizi che si deciderà di erogare. Tale rete dovrà pertanto essere diffusa a livello territoriale, in modo da non precludere a nessuno la fruizione dei servizi La città dovrebbe diventare un sistema socio – tecnico, quindi sia sociale che tecnologico, in grado di abilitare sviluppo, competenze e iniziative dei cittadini. Al centro vi sono le competenze, gli aspetti sociali e quelli relazionali, perché una città intelligente di fatto non è costruita solo da semafori intelligenti, servono le persone. Il cuore della smart city è proprio questo. Per me la città intelligente è una città che abilita la socialità, l’integrazione, l’iniziativa economica, lo scambio di competenze e la produzione di intelligenza, con implicazioni tecnologiche ma anche ovviamente immateriali, culturali e organizzative. Pertanto la componente umana è centrale al pari di quella tecnologica Quello che noi non siamo abituati a pensare è la città come bene comune. Dobbiamo immaginarci che il futuro lo stiamo costruendo tutti insieme, è un bene che appartiene a tutti. Non è la tecnologia che farà la differenza, ma l’utilizzo che facciamo della tecnologia rispetto al futuro come progetto condiviso per noi, per i nostri figli e per chi verrà dopo. Il cambiamento passa per la cultura, e in questo la pubblica amministrazione deve essere protagonista. Dobbiamo rivedere i nostri modelli di sviluppo. È evidente che quella che è in corso non è una crisi congiunturale ma è una crisi di come abbiamo inteso lo sviluppo fino ad oggi: non è che “deve passare il momento” e poi tutto tornerà come prima. Nulla tornerà come prima, nemmeno la pubblica amministrazione, che ora si trova a dover fare di più spendendo di meno. La situazione è di una complessità totale. La via principale per uscirne è costruire un rapporto diverso tra cittadini e pubblica amministrazione: fino ad oggi i cittadini sono stati utenti passivi di servizi. Ma non può più essere così, i cittadini devono diventare attivi, non più solo portatori di bisogni ma anche di competenze e di soluzioni e partecipare attivamente alla tutela del bene comune: questa non è un’invenzione, lo dice l’articolo 118 della Costituzione che parla di sussidiarietà orizzontale”.
“DOVE SONO I FINANZIAMENTI: la prima e più importante fonte di finanziamento è l’Unione Europea – conclude – con i bandi specifici per le smart cities, legati alla Smart Cities & Communities European Innovation Partnership (SCC), una iniziativa con la quale la Commissione Europea intende stimolare lo sviluppo e l’inserimento delle tecnologie intelligenti nelle città, attraverso una serie di progetti dimostrativi, che saranno realizzati in collaborazione con le città stesse, con una dotazione finanziaria complessiva di circa 11 miliardi di euro concentrati sulla riqualificazione energetica degli edifici, sulle reti energetiche e il risparmio energetico e sul miglioramento del sistema della mobilità. A questi fondi, che l’UE gestisce direttamente, sono associati altre tipologie di supporto finanziario per progetti di efficienza energetica e rinnovo urbano i cui contenuti puntano alla realizzazione di Smart Cities. Tra le prime iniziative, vi è il Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors), un’iniziativa autonoma dei Comuni Europei Il firmatario del PdS non ha nessuna risorsa finanziata direttamente, ma può accedere a tutta una serie di programmi e strumenti finanziari in grado di sostenerlo: la Banca Europea per gli Investimenti, i fondi strutturali 2014-2020 o altri strumenti finanziari e progettuali specifici. Ad essi si aggiungono: 80 miliardi di Euro con il nuovo programma comunitario Horizon 2020 (nuovo Programma Quadro di Ricerca e Innovazione)- Bando “Smart Cities and Regions” destinato allo sviluppo di smart grid locali (dimensione energetica e ambientale insieme, con il supporto del digitale). – Azioni pilota sull’ “Internet del Futuro” che dovranno, entro il 2015, concretizzarsi in una decina di progetti di territorio e poi i miliardi del POR Calabria 2014-20 e del PSR 2014-20 Tanti, tanti finanziamenti per progetti di qualità che rendano concreta l’idea di una città e di un territorio intelligente dove si possa vivere bene e non avere più voglia di fuggire. Questa breve nota vuole essere una sollecitazione per una riflessione comune, cittadini e candidati, elettori ed eletti, affinché si acquisisca la consapevolezza che governare la città non è facile come esprimere una opinione o scrivere un articolo, ma è complesso e richiede idee, progetti, valori, competenze e tanto coraggio per riuscire ad andare oltre la propaganda e la facile demagogia ” E’ un invito a dare priorità allo studio dei problemi per trovare una soluzione. Buona e utile per la città. AUGURI LAMEZIA”.