«Non esiste all’estero e dal prossimo anno non lo avremo neppure noi il modello 740 perché lo aboliremo: al suo posto ci sarà un nuovo modulo per certe dichiarazioni dei redditi».
Una riforma che i contribuenti attendono da tempo val bene anche un piccolo errore da parte di Matteo Renzi. Il modello 740, sostituito dal 730 prima e da Unico poi, non esiste ormai più dagli anni ’90. Ma il senso dell’operazione è chiaro lo stesso: il premier punta ad accelerare sulla rivoluzione che porterà nelle case degli italiani la dichiarazione dei redditi precompilata. L’amministrazione finanziaria è al lavoro da diverse settimane per realizzare uno dei punti che a Palazzo Chigi giudicano più importanti «per semplificare la vita fiscale dei contribuenti». D’altronde, come si legge nel Piano nazionale delle riforme approvato dal governo nelle scorse settimane, lo snellimento delle procedure e degli obblighi tributari è una «precondizione per un riavvicinamento del fisco ai cittadini». LE TAPPE
L’operazione di trasmissione diretta ai contribuenti delle dichiarazioni dei redditi è stata studiata a tappe e, in fase iniziale, solo per i dipendenti pubblici e pensionati. Il che vuol dire che dall’anno prossimo la riforma potrebbe interessare 18,4 milioni (15 milioni di pensionati che inviano al fisco la denuncia dei redditi e i circa 3,4 milioni di dipendenti pubblici) sui 41 milioni di contribuenti persone fisiche. Di fatto, nel 2015, quasi una dichiarazione su due sarà precompilata. I dettagli saranno messi nero su bianco entro la fine di maggio attraverso uno dei decreti attuativi della delega fiscale dedicati alla semplificazione.
Nel 2016 prenderà poi il via la seconda tappa dell’operazione che punta a coinvolgere tutti i lavoratori dipendenti. In questo modo, il fisco italiano invierà la dichiarazione precompilata ad almeno 3 contribuenti su 4.
Per far decollare la riforma, il governo sta individuando i criteri per lanciare un sistema premiale, con controlli fiscali ridotti per chi aderisce alla dichiarazione precompilata. Un meccanismo utile all’Agenzia delle entrate che potrebbe così liberare risorse dai controlli strumentali (come quelli sulle detrazioni o deduzioni usufruite) da destinare al contrasto dell’evasione fiscale. IL MECCANISMO
Come funzionerà la dichiarazione precompilata? Nelle case arriverà un modello con una parte interamente redatta dal fisco e un’altra lasciata in bianco. Nella prima troveranno posto i dati già in possesso del fisco, a partire da quelli anagrafici e reddituali contenuti nel Cud. A questi si aggiungeranno le detrazioni per familiari a carico, per lavoro dipendente e per pensione. Tra gli oneri deducibili, la dichiarazione potrebbe già contenere i contributi paga
ti dal contribuente per i collaboratori domestici. Per le detrazioni, invece, tra i dati già inseriti potrebbero comparire gli interessi passivi per i mutui prima casa, le polizze vita, i bonus ristrutturazioni e quelli per la riqualificazione energetica degli edifici. Tutte le altre detrazioni «ad andamento variabile» nel corso dell’anno (ad esempio le detrazioni per spese mediche) sarà il contribuente a doverle indicare nello spazio lasciato in bianco. Tuttavia l’amministrazione finanziaria è già impegnata per elaborare un sistema che sia in grado, attraverso l’utilizzo delle banche dati e l’incrocio delle informazioni in mano a Sogei, di rendere disponibili nel modello precompilato anche le variabili che interessano le dichiarazioni dei redditi.
Fonte: www.leggo.it