Si è svolto il 17 Aprile 2018, nell’Aula Conferenze de l’ “Istituto di Formazione Superiore” a Lamezia Terme, il seminario di presentazione dell’Istituto di Cultura Politica “Sen Giuseppe Petronio” con un incontro sul tema: IL FUTURO DEI PICCOLI COMUNI: DA AREE DEBOLI A COMUNITA’ INTELLIGENTI
Ha introdotto i lavori del Seminario il dott.Emilio Mastroianni, direttore dell’Istituto, che ne ha illustrato gli obiettivi. Si è scelto di individuare la Cultura Politica quale mission dell’Istituto perché è la forma più alta di cultura e si acquisisce, si sperimenta e si nutre dei rapporti con gli altri, con tutti gli altri, con le istituzioni, con la società, con l’economia, con i problemi e i bisogni dei cittadini e ne ricerca le soluzioni. Mi rendo conto, ha sottolineato Mastroianni, che oggi il termine POLITICA ha, purtroppo, quasi sempre una connotazione negativa. Ma proprio per questo vogliamo invertire questa deriva individualistica e qualunquistica, da ultima spiaggia. Abbiamo bisogno di più cultura politica per costruire più BUONA POLITICA. E’ stato ribadito che non si è al servizio di alcun partito né di oggi né di domani, l’impegno primario è quello di diffondere buoni semi e coltivarli per far crescere una giovane classe dirigente che rinnovandosi, studiando, sperimentando , confrontandosi con gli altri, costruisca una nuova Buona Società. Quello che si propone l’Istituto di Cultura Politica è certamente un obiettivo ambizioso, ma è molto più importante, per Mastroianni, di una aggregazione elettorale. E’ la realtà che viviamo che richiede obiettivi ambiziosi, impegno e partecipazione per superare lo smarrimento, la crisi sociale e di solidarietà verso una società più giusta e più libera, soprattutto dal bisogno.
La Presidente dott.ssa Maria Elena Petronio ha ringraziato i componenti dell’Istituto e del Comitato Scientifico per la volontà espressa di voler continuare a discutere e ad approfondire i temi legati allo sviluppo della Calabria che sono stati quelli che hanno guidato l’attività politica del Senatore Petronio. E’ intervenuto poi S.E. il Prefetto Dott. Francesco Alecci, Commissario Straordinario del Comune di Lamezia Terme che nel portare il saluto della Città ha voluto esprimere apprezzamento per l’Iniziativa dell’Istituto di Cultura Politica che si pone come punto di riferimento nel promuovere dialogo e collaborazione tra Istituzioni e Cittadini e nella formazione di una classe dirigente consapevole e competente.
Si è poi aperto il dibattito sul tema del Seminario “Il futuro dei piccoli comuni da aree deboli a comunità intelligenti.”
Hanno svolto le relazioni il Prof. Francesco Aiello, docente di Politica Economica dell’Unical, centrato sull’aspetto economico delle aggregazione dei comuni e sulla necessità di razionalizzare risorse e servizi La prof.ssa Concetta Fallanca docente di Pianificazione Urbanistica dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria ha affrontato il tema della valorizzazione dei borghi illustrando le buone pratiche già sperimentate. il dott. Vincenzo Falcone già Segretario Generale del Comitato delle Regioni di Bruxelles, che ha richiamato la necessità di un buona programmazione degli interventi legati alla realtà effettiva dei territori e soprattutto ha sostenuto che i comuni non possono essere esclusi nella fase di elaborazione dei programmi operativi.
Numerosi e qualificati gli interventi tra i quali il Sindaco di S.Pietro a Maida dott-. Pietro Putame, della Prof.ssa Giovanna De Sensi Sestito dell’Unical, l’ Ing. Giovanni Renda dell’Associazione “ Borghi da ri-vivere” Tutti si sono soffermati sulla necessità di un piano di interventi integrati per valorizzare i piccoli comuni in una logica di integrazione territoriale e intercomunalità
Ha concluso i lavori il Dott. Emilio Mastroianni preannunciato l’avvio della raccolta di firme per una proposta di legge regionale sulla Democrazia Partecipativa. Lo Statuto della Regione Calabria consente la presentazione proposte di legge di iniziativa popolare accompagnate dalle firme di almeno cinquemila elettori. Mastroianni ha sottolineato che l’idea di una legge sulla partecipazione nasce da una certa difficoltà delle istituzioni democratiche ad essere compiutamente rappresentative dei cittadini, dal distacco e dalla disaffezione che sempre più caratterizzano il rapporto tra cittadini e istituzioni. Ci si accorge che non basta una periodica verifica elettorale: occorrerebbero momenti e canali permanenti di mediazione tra politica, istituzioni e società, ma tali canali risultano spesso opachi o addirittura al servizio di interessi particulari. Dall’altra parte, anche le forme di partecipazione della società civile stanno vivendo una propria fase di stallo e di crisi: spesso, troppo spesso, la partecipazione assume forme particolaristiche e settoriali, o le caratteristiche di una protesta attorno a singole questioni di stretto interesse “corporativo”. E, giustamente, le istituzioni, o anche altri cittadini, si chiedono “a che titolo” un gruppo di cittadini può pretendere di bloccare e frenare decisioni di interesse generale, o può rivendicare “una voce in capitolo”, quando le “voci” sono tante e le più diverse, e molte di esse talora rimangono “silenziose”, e i “capitoli” da scrivere altrettanto variegati. Anche da qui, dunque, la necessità di cercare nuove vie e nuove forme di partecipazione, che superino questi limiti e queste difficoltà. Vi è quindi l’urgenza di avviare un Dibattito Pubblico per scrivere una legge regionale sulla partecipazione, meglio definita di Democrazia Partecipativa. Bisogna pensare a uno strumento innovativo per incentivare e diffondere nuove forme e nuovi metodi di partecipazione, attraverso nuovi percorsi e regole condivise per discutere i problemi grandi e piccoli di una comunità, valutare le possibili soluzioni attraverso il dialogo e il confronto nella fase preliminare – che precede la vera e propria decisione, entro tempi definiti. Non dunque un assemblearismo confuso, in cui prevale chi grida più forte, ma luoghi e spazi di un confronto razionale tra le diverse tesi, tra cittadini disposti a rimettere in questione le proprie opinioni iniziali, in cui alla fine si cerca una soluzione quanto più possibile condivisa. Una legge che riconosca ai cittadini che intendono occuparsi di interessi collettivi e di beni comuni , il DIRITTO DI PROPOSTA e di riceve una motivata RISPOSTA.
In conclusione, una legge che abbia come obiettivo generale quello di “contribuire a rinnovare la democrazia e le sue istituzioni integrandola con pratiche, processi e strumenti di democrazia partecipativa”.
Che miri a:
- rafforzare, attraverso la partecipazione dei cittadini, la capacità di costruire, definire ed elaborare le politiche pubbliche;
- promuovere la partecipazione come forma ordinaria di amministrazione e di governo;
- creare e favorire nuove forme di scambio e di comunicazione tra le istituzioni e la società;
- valorizzare i saperi diffusi e le competenze presenti nella società, anche dando voce a interessi diffusi e poco rappresentati.
Tutto ciò per convergere sulla finalità generale di contribuire ad una maggiore coesione sociale, attraverso la diffusione di una cultura della partecipazione e la valorizzazione di tutte le forme di impegno civico”.