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Da ieri Chafik El Ketani non è più ai domiciliari ma in un istituto di pena, dopo che la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 8 anni

Chafik El Ketani torna in carcere. Com’era prevedibile, dopo appena sei giorni dall’emissione della sentenza con la quale la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di condanna a otto anni di reclusione emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro nei confronti del marocchino che il 5 dicembre del 2010 investì un gruppo di ciclisti amatoriali uccidendone sette, è scatta la procedura con la quale il giovane dagli arresti domiciliari è stato richiuso in carcere, per scontare il resto degli anni ai quali è stato condannato.
Ieri mattina gli agenti della polizia di Stato hanno dato esecuzione al provvedimento emesso dall’ufficio esecuzioni penali della Procura generale della Repubblica della Corte di Appello di Catanzaro con la quale, in attuazione alla sentenza emessa dalla Cassazione, ha revocato al giovane marocchino la misura degli arresti domiciliari, con il permesso di recarsi al lavoro, trasformandola nella misura degli arresti in carcere.
Lì sconterà la residua pena alla quale è stato definitivamente condannato, in quanto la sentenza di condanna a otto anni è passata in giudicato.
Il giovane responsabile della strage dei ciclisti è stato prelevato dagli agenti del commissariato lametino nella sua abitazione di contrada Mortilla a Gizzeria ed è stato trasferito nel carcere lametino.

La sentenza con la quale la Cassazione ha confermato la condanna del marocchino è stata emessa nella tarda serata del cinque agosto scorso, al termine di una lunga seduta, nel corso della quale i supremi magistrati hanno esaminato il ricorso presentato dagli avvocati Salvatore Staiano e Nicola Veneziano, difensori di El Ketani, che produssero appello in Cassazione.
Nell’incidente avvenuto il cinque dicembre del 2010 lungo la strada Statale 18, nei pressi della Marinella, morirono Rosario Perri (55 anni), Francesco Stranges (51 anni), Vinicio Puppin (47 anni), Giovanni Cannizzaro (58 anni), Pasquale De Luca (35 anni), Fortunato Bernardi (58 anni ) e Domenico Palazzo (46 anni). Tutti e sette i cicloamatori morirono sul colpo.
Un altro loro compagno, Domenico Strangis, di 48 anni, morì invece a distanza di due mesi esatti, nell’ospedale civile di Cosenza, dove fu trasportato in elisoccorso subito dopo l’incidente, a causa delle gravi ferite riportate. Nell’impatto con l’auto del marocchino rimasero feriti Gennaro Perri e Fabio Davoli.
I due, dopo un periodo in ospedale, riuscirono a cavarsela, scampando alla morte.
Una strage, quella degli otto ciclisti, che rappresenta una ferita ancora aperta per la città.(Gazzetta del Sud – G.na.)

Fonte: www.lameziainstrada.tv

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