Consoliamoci almeno con un brindisi. Sul podio più alto ci siamo noi: torniamo a essere i primi produttori mondiali di vino, superando i francesi. Al terzo posto la Spagna, che pure guadagna posizioni, seguita dagli Stati Uniti.
Negli ultimi tempi Parigi ci ha dato delle dure lezioni economiche. Air France ci ha umiliato nel caso Alitalia. I gruppi del lusso Lvmh di Arnault e Ppr di Pinault hanno fatto shopping dei nostri marchi di moda, da Loro Piana a Bulgari e Fendi. I formaggi Galbani e Invernizzi, come il latte di Parmalat, sono da tempo nelle mani di Lactalis e altre multinazionali francesi. Grazie ai risultati della vendemmia 2013, conclusasi due settimane fa, possiamo invece sorridere: la nostra produzione stimata è infatti di 45 milioni di ettolitri, contro i 44 della Francia.
Se molti esperti avvertono che si tratta di un dato soltanto quantitativo e non qualitativo, la Coldiretti ci ricorda un’altra cifra positiva: il valore del nostro export vinicolo, che raggiunge per la prima volta i 5 miliardi di euro. L’aumento a fine anno sarà – secondo le stime basate su dati Istat dei primi sette mesi del 2013 – del 9 per cento.
Ci sono cantine, come quelle che producono i grandi rossi toscani e piemontesi più famosi, dal Barolo al Brunello di Montalcino, ma anche i bianchi siciliani o friulani, che ormai spediscono all’estero il 70-80 per cento delle loro bottiglie: al primo posto gli Stati Uniti, seguiti dalla Germania e dai Paesi del Nord Europa. Freddo e grandinate hanno colpito le viti di Champagne e Bordeaux, mentre l’andamento climatico in Italia, dopo una primavera difficile, ci ha favorito. Per una volta, siamo noi a brindare.
L’avvocato Gianni Agnelli, a proposito dell’eterna sfida Italia-Francia nel calcio, diceva che «i francesi possono vincere o perdere, ma se a batterli è l’Italia, la cosa li fa soffrire di più». Nel caso del vino, i produttori della Borgogna e di Reims forse possono consolarsi ricordando che le loro bottiglie hanno un valore superiore, in fatturato, a quelle italiane. Ma la botte più grande è nostra: non sprechiamo come al solito il vantaggio.
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