Ero un maestro alle prime armi nell’anno scolastico 1979-80 quando entrai in quella casa colonica in una frazione del Comune di Conflenti trasformata in scuola. C’erano due pluriclassi e il tempo scuola era frammentato sulla base di 5 programmazioni da svolgere in due aule. Era una fatica per l’insegnante e un’ingiustizia verso bambini italiani che si vedevano decurtata l’offerta formativa. Erano tempi di eccessi prescrittivi che si coniugavano a fatica con la solitudine educativa. Qualche anno dopo, sceso in punta di piedi in politica, anche con qualche lustro di impegno istituzionale nella mia città, ebbi l’opportunità di comprendere il senso del costruire una scuola appellandomi ai dati dell’andamento della popolazione scolastica strettamente connessi con la crescita o il decremento demografico di un determinato territorio. Concordo con Alessio Bressi, intervenuto, su questo tema, in un civile confronto con il Sindaco di Conflenti, sul rischio di perseverare nella edificazione di cattedrali nel deserto. Io, da semplice Consigliere Comunale di Lamezia Terme, ovviamente inascoltato o tacciato di sociologismo inconcludente, avevo proposto la costruzione di edifici scolastici consolidati, baricentrici, ove possibile, alle varie frazioni collinari e montane, sulla base di dati desunti da una indagine sui movimenti della popolazione scolastica nelle aree periferiche della mia città. Conservo ancora i dati che, purtroppo, non servono più perché l’acqua passata sotto i ponti ha spazzato via il sogno di vedere sulle mie colline aree dei servizi intorno alle scuole e, a ridosso, strutture abitative residenziali utili a decongestionare un contesto urbano fortemente caotico e, per molti versi, invivibile. Oggi quei vecchi edifici, costruiti in ogni frazione, sono ammassi di pietre in compagnia di abitati ormai deserti, perché la vista corta della politica non ha usato quel poco che sappiamo della statistica per capire come progettare il nostro futuro e quello dei nostri figli. Nel comune di Conflenti qualcosa di significativo in direzione del consolidamento delle strutture scolastiche è stato realizzato alcuni decenni fa, esattamente in quel di Coscaro dove accedono i bambini della Scuola dell’Infanzia e della Primaria delle frazioni che ruotano intorno a quel polo geografico, compreso quelli della aree limitrofe, ma facenti riferimento ai comuni vicini, che trovano più conveniente frequentare la Scuola di Coscaro, piuttosto che fare molta più strada per raggiungere i comuni di residenza anagrafica. E il Sindaco, che ha avuto un consistente finanziamento per rianimare strutturalmente quell’edificio, dovrebbe farne un fiore all’occhiello e non una pratica da consumare in un un clima quasi esclusivamente burocratico. Sarebbe utile sapere, per quanto riguarda il paventato trasferimento della Scuola Media “V. “Butera “di Conflenti in località “Passo Ceraso”, se a monte di tale scelta esiste qualche indagine conoscitiva i cui esiti prevedono un decremento di popolazione scolastica nel centro e, nello stesso arco di tempo, un consistente aumento demografico nell’area decentrata di identificazione della nuova sede scolastica. Non è ininfluente, per aggiornare le nostre posizioni culturali e non ideologiche, conoscere i criteri che sottendono alle scelte del primo cittadino di Conflenti.
Vorrei concludere con un’amichevole esortazione al Sindaco. Il confronto che i cittadini di San Mazzeo hanno attivato con lui, così come come le sollecitazioni dell’artista Alessio Bressi e, più umilmente le mie, da ex consigliere comunale della Lamezia degli anni 80, spero tanto che sia, più che una perdita di tempo o un fastidio, un’occasione memorabile per scoprire un’orizzonte nuovo, in cui i cittadini si incontrano con chi li Li rappresenta non solo perché annoti i loro bisogni ma, soprattutto, perché riconosca la tracciabilità di quei bisogni in una prospettiva di mondo che, attraverso l’adozione di criteri oggettivi, includa e non escluda nessuno.
Ins. Fiore Isabella
(Ex Consigliere comunale di Lamezia Terme)
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