ROMA – Un via libera quasi unanime, con 504 voti a favore, 4 astenuti e un solo contrario. Con una maggioranza quasi ‘storica’, come la definiscono molti deputati, che ha visto sulla stessa linea tutti i gruppi presenti in Parlamento, e’ passato il decreto che proroga di un anno la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari e che consente a chi ha gia’ iniziato le cure con il metodo Stamina di continuarle, prevedendo al contempo l’avvio di una sperimentazione della stessa terapia, in deroga alle norme ma con la tutela per la sicurezza dei pazienti e sotto il controllo di Aifa, Istituto superiore di sanita’ e centro nazionale trapianti.
E la parola ora, dopo la definitiva conversione in legge, spettera’ a Stamina, che nei giorni scorsi aveva frenato sulla sperimentazione se non le fosse stato concesso di preparare le staminali per la terapia ”in laboratori non farmaceutici”. Il testo, in scadenza il 25 maggio, intanto dovra’ tornare al Senato, perche’ e’ stato modificato rispetto a quello licenziato lo scorso 10 aprile da Palazzo Madama.
Ma il via libera definitivo dovrebbe arrivare gia’ oggi o domani al massimo, anche se non tutti assicurano che il passaggio sara’ cosi’ ‘liscio’ come alla Camera. Ma a Montecitorio, ci tengono a sottolinearlo i deputati, si e’ fatto un lavoro rapido si’ ma approfondito, e si e’ trovato un ”buon punto di equilibrio” come ha sottolineato la democratica Donata Lenzi, senza cedere, ha chiarito Pia Locatelli ”a demagogia e populismo”.
E si consentira’, come ha osservato il capogruppo Pdl Raffaele Calabro’ ”una sperimentazione corretta e vigilata” che possa portare alla ”verita’ ” garantendo ”i pazienti di oggi e quelli di domani”. Il Parlamento, ha chiarito anche Silvia Giordano a nome del Movimento Cinque Stelle ha fatto ”cio’ che poteva per consentire la sperimentazione” e ora tocca a Davide Vannoni e alla Stamina Foundation non tirarsi indietro.
Proprio Vannoni, in pieno dibattito sul testo, aveva fatto sapere che senza la possibilita’ di preparare le linee cellulari in laboratori che rispettano le regole per i trapianti non avrebbe reso pubblico il metodo, di fatto facendo una retromarcia rispetto alla possibilita’ di sottoporre a test scientifico la terapia con cellule staminali mesenchimali messa a punto da Stamina. Ma bisogna poter ”valutare una volta per tutte se siamo di fronte a una straordinaria rivoluzione terapeutica o a gigantesca montatura” ha chiarito il neurologo Gian Luigi Gigli, neoeletto con Scelta Civica, perche’ ”scienza e medicina non possono essere fatte in risposta alla piazza e alla magistratura”.
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