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Una classe dirigente davvero all’altezza delle sfide che attendono la nostra comunità deve avere una visione chiara del futuro di Lamezia Terme e del suo ruolo, in Calabria e nel Mediterraneo. In questo quadro, è di grande valore l’iniziativa organizzata dal Partito Democratico che si svolgerà domani pomeriggio,al Teatro Umberto della città, per interrogarsi sulle prospettive di Lamezia e per tracciare la strada dell’impegno che a tutti i livelli, politici e istituzionali, dovrà essere profuso per il nostro territorio.

Lamezia è la terza città della Calabria, oltre che il baricentro geografico e logistico della nostra regione. Dall’avvenire di quest’area dipendono in maniera significativa le chance di sviluppo dei prossimi decenni. Le potenzialità di questo territorio e il dinamismo della nostra comunità costituiscono un valore aggiunto in molti ambiti, ma è necessario che la visione politica su Lamezia proceda sulla stessa lunghezza d’onda delle attese e delle capacità dell’intero comprensorio.

Ragionando del futuro di Lamezia, occorre individuare innanzitutto strumenti e mercati in grado di restituire un ruolo centrale all’area industriale, mediante un rilancio dell’Asicat e una piena valorizzazione di realtà come la Fondazione Terina, che può fornire un importante contributo in termini di innovazione e ricerca. Ma sul piano produttivo non si può trascurare la splendida realtà delle produzioni agricole di eccellenza che, mediante il Piano di sviluppo rurale 2014-2020, devono alimentare le ambizioni della Calabria sul mercato globale.

Lamezia, sotto questo profilo, dispone un enorme vantaggio competitivo:  la sua centralità geografica, che l’ha trasformata nell’hub dei trasporti a livello regionale, con un aeroporto che costituisce la porta d’accesso della Calabria verso il mondo e il “ponte” di collegamento tra il Mediterraneo e l’Europa del Nord. Per questo, crediamo fortemente nell’integrazione dell’aeroporto con la ferrovia, mediante la realizzazione del grande progetto già delineato dalla giunta regionale, che prevede lo spostamento della stazione centrale in prossimità dell’aerostazione. Ma crediamo anche in una forte integrazione con il sistema della portualità, perché una stretta cooperazione tra Lamezia e Gioia Tauro può rappresentare l’asse centrale delle realtà produttive calabresi.

Tutti questi ragionamenti, però, rischiano di perdere il loro valore effettivo se non saremo in grado di garantire i servizi essenziali, partendo dalle cose più semplici, di cui i cittadini hanno quotidianamente bisogno. A cominciare dalla sanità e dalla funzione specifica che dovrà essere attribuita all’ospedale San Giovanni Paolo II, che riteniamo debba fare parte della futura azienda ospedaliera “Dulbecco”.

Un ospedale, quello di Lamezia, che deve costituire uno dei pilastri su cui far poggiare l’offerta sanitaria complessiva nell’area centrale della nostra regione che, anche a causa della logica degli “hub” sanitari che hanno finito per desertificare la rete territoriali, ha subito negli anni scorsi colpi pesantissimi. Basti ricordare prima la riduzione dei posti letto e poi la cessazione delle attività della Fondazione Campanella, e ancora con la mancanza di programmazione che ha di fatto cancellato la medicina preventiva e territoriale. Abbiamo vissuto anni di schizofrenia gestionale di cui oggi paghiamo le conseguenze. Adesso, per invertire la rotta, è indispensabile che ognuna delle realtà ospedaliere dell’area vasta Lamezia-Catanzaro  assuma identità e compiti precisi: dalla duplice funzione di assistenza e ricerca del campus di Germaneto, al mantenimento dei servizi previsti al “Pugliese” in base al protocollo d’integrazione tra le aziende, fino all’attribuzione di funzioni di dipartimento oncologico al “Ciaccio”. Perché questo quadro sia completo, è indispensabile procedere, mediante l’adozione di un’apposita legge regionale, per individuare le funzioni proprie di Lamezia come ospedale che non è solo indispensabile per questo territorio ma costituisce la quarta e indefettibile componente dell’azienda “Dulbecco”. Su questo terreno siamo convinti che si giochi la partita del futuro che va affrontata nel rispetto dei ruoli e delle prerogative istituzionali, ma anche e soprattutto con serietà. E’ questo che ci chiedono i cittadini.

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